venerdì 2 settembre 2016

Dimmi come respiri e ti dirò chi sei

Il respiro è un linguaggio analogico. Il nostro respiro dice molto di noi, di come ci sentiamo, di che cosa soffriamo. Quando incontro persone nuove mi scopro a spiare il loro respiro per comprenderle meglio, al di là di ciò che vedo, anzi oltre a ciò che loro stesse sanno di sè.
In alcuni si osserva inibire il respiro o enfatizzarlo; si può osservare una respirazione “alta” polmonare oppure “bassa” addominale; molti respiri brevi, addirittura apnee o sussulti.
Sappiamo tutti che una RESPIRAZIONE REGOLARE esprime calma; SOSPIRARE esprime tristezza, ANSIMARE indica eccitazione, SBUFFARE mostra insofferenza, SBADIGLIARE esprime stanchezza (o fame d'aria), la MANCANZA D’ARIA = sorpresa o paura, mentre il senso di SOFFOCAMENTO è collegato all’angoscia e la TOSSE NERVOSA mostra rifiuto.


La respirazione cosciente e integrata consente di entrare profondamente in contatto con il corpo, con la propria affettività e con le proprie motivazioni profonde attraverso modi di respirare differenti per ritmo e profondità: il terapeuta accompagna il cliente nel respirare meglio, per «riequilibrare alterazioni e sprechi sul piano del metabolismo biochimico di ossigeno e della produzione catabolica di anidride carbonica presenti in condizioni di subventilazione o iperventilazione, così in aumento nella popolazione delle aree metropolitane».
Dopo la temporanea attivazione del respiro e il confronto con le resistenze durante la seduta, la respirazione diventa più libera, calma e profonda, non più accelerata, e si ristabilisce il naturale equilibrio del pH, del sistema di funzionamento neurovegetativo insieme ad una tendenza automatica al rilassamento degli stati di contrattura eccessiva.
«L’ossigenazione e ripolarizzazione delle cellule del corpo mediata da un respiro non più irrigidito e contratto, ma ampio e regolare paragonabile a quello del sonno profondo, riattiva la nostra energia vitale e, attraverso la mobilitazione ed espulsione delle tossine, l’intera “corazza muscolare”, indotta da difficoltà e sovraccarichi emozionali, pian piano si scioglie aprendo la strada al rilassamento profondo e ad una maggiore integrazione mente-corpo». (Luisa Merati)
Respirare in modo più corretto significa fare prevenzione, dedicarsi a sé stessi nel ripristino dello stato di rilassamento, condizione naturale del nostro organismo che consente al corpo di «funzionare in condizioni di massima sincronia psicofisica, favorendo i meccanismi di compensazione, riparazione e infine il processo di guarigione dell’organismo. In aggiunta, un appropriato rilascio fisiologico di endorfine nella condizione di rilassamento incrementa come in un “circolo virtuoso” lo stato di salute e il benessere soggettivamente percepito».
Si facilita così il riposo e il recupero energetico, ed insieme si migliora l'operatività del nostro corpo nello stato di veglia.
Lavorare sul respiro è efficace nell’affrontare i principali disturbi psicosomatici (cefalee tensionali, asma, ipo-ipertensione, quadri sintomatici riconducibili all’iperacidità e a reazioni eccessive del sistema immunitario come nelle allergie respiratorie, ecc.) ma anche stipsi, disturbi del sonno e della sessualità, e nell’attivare meccanismi di autoguarigione, talvolta risolutivi nei casi di attacchi di panico, di ansia e depressioni reattive.

Prossima puntata: Respiro ed emozioni.

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