venerdì 14 ottobre 2016

Dedicato a chi si sente giù

C'è chi è meteopatico in quest'inizio di autunno piovoso,  c'è chi sta attraversando difficoltà, c'è chi semplicemente si sente un po' giù. Ecco alcune riflessioni.
Si è spesso convinti che se ci preoccuperemo a sufficienza della nostra infelicità troveremo una soluzione: ancora uno sforzo, e si risolverà tutto.
Invece succede il contrario: "rimuginare", fare «mumble mumble» come Pippo, riduce la nostra capacità di risolvere i problemi. Quindi è inutile.
Sembra che il fare riduca la distanza che c’è tra il punto in cui siamo e quello in cui vorremmo essere. Invece no: questo non funziona con le emozioni.
Non possiamo costringerci a provare emozioni diverse.
Ed ecco che ci rimbalzano in testa le domande: «Dove ho sbagliato?» «Perché ho sbagliato?»«Che cosa c'è in me che non funziona?».
Sembra allora che la mente critica possa intervenire. 
L'immagine, lo stereotipo, ritorna: «Faccio sempre gli stessi errori». E vai di "senso di colpa", inutile.
Invece no: questo non funziona con le emozioni.
Domandarci perché non serve a nulla.
Ma dove nascono le emozioni e come sono collegate tra di loro?

«Johannes Michalak, dell’università della Ruhr, e il suo gruppo di ricerca, ha studiato le differenze di movimento tra un gruppo di persone depresse e un gruppo di controllo, attraverso 40 microsensori posizionati in tutto il corpo. Le persone depresse avevano meno mobilità dalla vita in su e una camminata con oscillazioni laterali, una posizione ingobbita e pendente in avanti. Non solo. Se il gruppo di controllo era invitato a simulare per un certo periodo di tempo questa posizione, pur non essendo depressi, il loro umore cambiava» (cit).

Gli studi su Alexander Lowen e il lavoro su John Pierrakos presso la scuola di counselling La Commedia, i miei preziosi insegnanti Carlo e Valentina soprattutto, mi han "condotta" a scoprire che gli impulsi che danno vita alle emozioni si orginano da pensieri, sentimenti, e… sensazioni fisiche. Il CORPO è la chiave.
Ciò che accade nella mente non esiste per i fatti suoi ma è parte fondamentale del corpo; tra corpo e mente c’è un scambio continuo. Molto di ciò che il corpo sente è influenzato dai pensieri e tutto quello che pensiamo è mosso da ciò che accade nel corpo.
Quindi se siamo tristi proviamo a sentire. Non a farci domande. Non a fare un lavoro. A sentire. A gustare, ad ascoltare, ad assaporare, a muoverci… liberiamoci, liberiamo la voce.


angelica1212.oneminutesite.it

2 commenti:

  1. Quant'è vero. Non per niente esiste la metamedicina. Ne sono profondamente convinta di ciò che scrivi. Grazie.

    RispondiElimina
  2. Quant'è vero. Non per niente esiste la metamedicina. Ne sono profondamente convinta di ciò che scrivi. Grazie.

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