E' un pensiero invadente che ci spinge a rimuginare e ci manda in loop.
Tutti ci siamo passati. Non ne sono affatto esente pure io!
Possiamo metterlo a tacere stancandolo, facendo sport faticosi, mettendo la musica a palla, dedicandoci alla follia ad un lavoro (workaolismo, pari all'alcoolismo), oppure possiamo stonarlo con mezzi meno legali. Ma si può anche fare diversamente.
Secondo lo psicanalista Christophe André: «Rimuginare è focalizzare in maniera ripetuta, circolare, sterile su cause, significati e conseguenze del nostro problema». Si pensa di riflettere, invece ci si rincretinisce. Scusate la franchezza. Il rimuginare amplifica il problema e la sofferenza e non se ne esce. Per giunta inizia sottili pessime abitudini di cui si diventa succubi, che provocano pensieri automatici (J. Van Rillaer) o immagini (C. Gibello), e anche insonnia.
Quindi?
- Respirare, in modo circolare e consapevole. Respirare profondamente libera già la mente.
- Vedere il pensieri fissi, riconoscerli.
- Controllarli. Lo psicologo americano T. D. Borkovec consiglia di dedicare 30' al giorno a quel pensiero che ci fa impazzire. E poi basta. Fare altro. Rimandare al giorno dopo.
- Dedicare uno spazio al giorno alla meditazione guidata (ci sono frotte di insegnanti più bravi di me e strumenti alla portata di tutti).
- Agire: vedi l'esempio dell'autista dello scuolabus che è martellato dai ragazzini chiassosi ma tiene il mezzo e non perde la strada.
- Cantare.... eh sì.. cantare libera, non sapete quanto!
angelica1212.oneminutesite.it
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