venerdì 24 novembre 2017

Riprendiamoci i nostri sensi

«Stai nel sentire». Lo dico per me, non è scontato. Anzi.
Lo dico col mio bel bagaglio di immaginazione e fantasia.
Ma le risposte dei sensi hanno risonanze affettive, non siamo insensibili a ciò che vediamo, udiamo, odoriamo, tocchiamo. Spesso la risposta sensoriale è la porta per l’emergere di una emozione. 
Penso a certe canzoni che mi risunonano dentro, odori che mi attirano (o schifano), sapori che mi fanno tornare indietro.
C'è un legame forte tra sentire ed emozioni.
La mia propriocezione mi informa sulla posizione del corpo e delle sue parti. Tutte collegate. 
«…E’ importante come stai lì, in piedi. Come ascolti la cosa che sta per accadere. Come respiri»
(William Stafford da “Essere una persona”).

I sensi ci mettono in contatto con il mondo di fuori e quello di dentro.
I sensi sono anche il nostro punto di contatto con l’esperienza e sono quindi estremamente suscettibili ai processi di ritiro ed espansione.

Ho trovato un modo per definire i landscapes che ci giungono dai nostri sensi.
Dalla vista.
Guardo l'angolo autunnale di bosco che spunta dalla finestra. Se sono triste vedo le foglie morte. Se sono allegra vedo il giallo che ride.
E quando sono io ad essere vista? Il mio corpo risuona diversamente se mi osserva mio marito, piuttosto della capoufficio.
Vedere ed essere visti esprime reciprocità e influenza le emozioni
Dall'udito
Certi suono sono un concerto, gli uccellini quando passo in bici, certi altri mi feriscono, come gli strombazzi dei clacson. Dipende anche da me: i corvi mi ricordano che sono necrofagi e il loro crac mi urta. Il clacson di un'auto di un amico mi fa piacere.  
Dal tatto
Il contatto ci nutre. Non solo quello delle persone, ma anche
il calore del sole o l'aria come dice la nostra insegnante Assunta Bianciotto.
Possiamo essere fuori contatto – non amiamo internet perché che contatto ci dà? – possiamo perdere il contatto, sentirci toccati (nel cuore) e toccare il cielo con un dito!
Dal gusto e dall'odorato
Mi piace entrare in cucina e sentire l'odore del caffé, diceva la mia amica Giulia. Lo si pregusta.
Mentre dal canto mio non amo l'odore del pesce cucinato la sera prima.
A me piace l'odore di Mauro mio marito. Sa di biscotto al cioccolato. Dev'essere per questo che l'ho sposato.
Ci sono odori che dipendono dal profumo o dalla pulizia: è un messaggio intimo che richiama la mia attenzione. Altri ancora arrivano dall'Oltre ma questo è un altro affare.


Cosa mi aiuta a lasciar arrivare a me una sensazione, senza abbellimenti e senza sforzo? Una sfida elementare all’attenzione e alla ricezione. Sentire qualcosa senza giudicare è difficile, eppure è molto interessante. angelica1212@oneminutesite.it

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